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Zuppa di ceci con agretti croccanti al parmigiano e code di
Quando si parla di ceci, si parla di storia. Quando mangiate i ceci, mangiate la storia. I ceci non sono dei legumi comuni, hanno alle spalle vicende che forse neppure immaginate. Approfitto di questa ricetta per raccontarvi un paio di aneddoti. State attenti, mi raccomando. Cicerone vi ricorda qualcosa? Sì, il grande oratore dell’antica Roma. Quello a cui mozzarono la testa e tagliarono la lingua. Un uomo giusto, di gusto, che portava un nome (lui e tutta la sua famiglia) derivante dai ceci, questo ad indicare come venivano considerati questi legumi per noi così comuni. Ma questo è niente. Proviamo a pensare ai Vespri Siciliani del 1282. Vedo che vi state spremendo le meningi, che avete l’argomento sulla punta della lingua. Bene. Voglio togliervi dall’imbarazzo. Vi racconterò io la storia, e sarò breve. I ceci erano diventati giudici. Decidevano chi doveva vivere e chi morire. Mica poco per un legume. Nel 1282 vi fu una rivolta in quel di Palermo, sanguinosissima, che segnò la fine del dominio angioino. Gli angioini erano francesi. In siciliano ceci si diceva e si dice “ciceri”. I palermitani per beccare i francesi gli facevano ripetere questa parola che loro ovviamente pronunciavano accentandola sull’ultima sillaba, così: “cicerì”. E allora zac! ammazzati, uno dopo l’altro, come si conviene a chi parla male, perché, tanto per citare un maestro, le parole sono importanti, chi parla male, pensa male.
Ingredienti per 2 persone:
1 mazzo di agretti
8 mazzancolle
320 gr di ceci
50 gr di parmigiano reggiano
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
Mettete a bagno i ceci in acqua fredda per un minimo di otto ore oppure comprate quelli precotti, lavate gli agretti benissimo, hanno molta terra, poi togliete il guscio alle mazzancolle.
Fate un soffritto veloce con olio evo, aglio in camicia e rosmarino,
mettete i ceci e aggiungete acqua tiepida
appena cotti frullateli e fatene una crema aggiustando di sale e di pepe.
In un tegame con acqua, sale, aglio e alloro fate cuocere le mazzancolle per pochissimo tempo.
Scolatele e passate agli agretti.
Fate bollire gli agretti in acqua salata finché si saranno ammorbiditi, poi scolateli e fatene due nidi.
Poi mettete un foglio di carta da forno sopra una placca appoggiate gli agretti e copriteli col parmigiano, spolverate con abbondante parmigiano e passate al grill del forno finché il parmigiano diventa croccante, poi tirateli fuori
impiattate in una fondina con la crema di ceci alla base, il nido di agretti al centro e le mazzancolle di lato.
Finite con un filo d’olio extra!
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che ricetta fantastica!!!
Sono estasiata.
mia suocera usa fare il purè di fagioli o di fave e li serve con funghi e polenta…
grazie care, vi assicuro che il piatto funzione bene, come suggerisce susanna anche senza le code di mazzancolla… mi perdonerete ma ho un debole per il pesce e i crostacei… e i ceci tendono ad esaltarli molto…
sembra delizioso…e ho goduto molto, come di consueto, l’introduzione storico-culturale…
L’unica cosa, non amo mischiare troppe proteine (formaggio, pesce e legumi), quindi proverà la variante senza pesce, che mi sembra cmq interessante…
che piatto meraviglioso ed invitante
qui da noi si usa fare il purè di fave con le cicorie selvatiche e il pane fritto
mmmmhhhhhhhhhh per me è divino!!!
mamma che bello…