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le tragicomiche della Susa
l’autrice dei racconti. l’immagine si commenta da sè :aris
– COME TI SUOCERIZZO IL RAVIOLO di Susanna A.
7 maggio 2010
Allora, fate il ripieno come volete. In questo caso avevo fatto carne bollita, erbette miste e parmigiano. Il tutto frullato nel mixer e lasciato riposare un po’.
Nel frattempo fate la pasta, potete farla con le uova (100gr di semola e un uovo a testa) oppure solo semola e acqua. Io ho fatto seola e acqua e impastato 5 minuti nella planetaria. Ho aggiunto nell’impasto rosmarino tritato finissimo, ma rischia di fare i buchi se si tira la sfoglia troppo fine.
Mettete l’impasto a riposare in frigo, diciamo un’oretta.
Quindi allestite il campo di battaglia come segue…
Impasto per ripieno in fondo. Barattolo con la semola di fianco, nevicata di semola sul ripiano e stampo raviolilamp con formine quadrate piccole (che è quella che funziona meglio) davanti.
Dividete la pasta in palline (la dimensione varia, ma idealmente dovrebbe servirvi per fare una sfoglia lunga un po’ più del doppio dello stampo raviolilamp). Appiattite la pallina di pasta e impanatela nella semola.
Affrontate la sfogliatrice.
Io mi sono accorta che non avevo inserito la sfogliatrice e quindi sono arrivata fino al mobile dove la tengo. Con il panetto impanato in mano. Quindi ho infarinato TUTTA la cucina e il mobile.
Non fate come me e organizzatevi prima che altrimenti poi pensano che siate imbranate e vi bannano dal forum.
Io, che imbranata non sono, ho incastrato la sfogliatrice e… aiutooooooo si è messa a girare vorticosamente su se stessa. Urp… l’avevo montata al contrario. Mi sono girata a controllare che nessuno avesse visto e, ridacchiando tra me e la Susanna, l’ho montata con il verso giusto.
Okkei, non divaghiamo. Mettete la sfogliatrice a 5 e ci schiaffateci dentro il panetto. Se ne esce una specie di sbriciolata penosissima allargate un po’ i rulli. Fate nuovamente ripassare la sfoglia, piegatela su se stessa e fatela ripassare girata a 90°. Rifate il passaggio 3/4 volte finché non viene una sfoglia che assomiglia a quelle di Madamadorè. Ah, dimenticavo. Infarinatela tra un giro e l’altro, altrimenti si appiccica ai rulli e dovete ricominciare.
E qui si pone il primo quesito: ma bisogna rollare tutte le sfoglie PRIMA e poi fare i ravioli o alternare? Nel primo caso temo che si secchino. Nel secondo è tutto un viavai che ti viene il mal di testa. Cmq, essendo io allergica alla monotonia, ho optato per il secondo caso…
Bene, possediamo una sfoglia lunga. Appoggiamola da qualche parte e infariniamo la forma per ravioli. Se fossimo state furbe l’avremmo fatto prima e quindi avremmo potuto appoggiare la sfoglia direttamente sulla raviolilamp.
Ora basta! smettetela di chiaccherare che vi si secca la sfoglia!!!
Dicevo. Infarinare la forma raviolilamp. Non è esattamente questo. Si tratta di mettere sopra alla forma almeno 2 millimetri di semola. Non credete a quelli che parlano di infarinare solo. Lo fanno per godere molto quando vi si appiccicheranno tutti i ravioli.
Quindi, date retta alla Susa e innevate abbondantemente l’attrezzo. Ovviamente la semola si depositerà in colline diseguali al centro dei buchi. Fregatevene. Poi se ne andrà. E comunque avrete già i ravioli belli infarinati.
Ora posizionate metà della sfoglia sullo stampo, la sfoglia eccedente giacerà in attesa a lato. Magari infarinate dove la appoggiate, altrimenti succede un macello. Con le manine infarinate schiacciatela leggermente in modo da vedere i buchi. E già qui vi sentirete molto orgoglione.
Siete pronte per riempire i ravioli. Se siete un tipo igienista utilizzate un cucchiaino, altrimenti prelevate il ripieno con le dita e mettetelo negli spazi. Quando? Dipende dalle dimensioni del raviolo, comunque meno di quanto vorreste mettere d’istinto. Considerate che, una volta ricoperto, non deve insinuarsi nelle zone di taglio, altrimenti poi i ravioli si rompono in cottura. E vi siene un brodino di ripieno con maltagliati che non è esattamente quanto programmato.
Fatto? Avete una sfoglia con dei simpatici mucchietti. A questo punto dovreste fare due cose: incollare la sfoglia e disciplinare i mucchietti. Qui le vere cuoche spennellerebbero con pennello di silicone, solo in senso orario e in percentuale minimalista. Invece io, che sono notoriamente rustica, faccio così: Mi sciacquo le mani per levare il ripieno, le scuoto un po’ e, a mani tese, appiattisco il ripieno e CONTEMPORANEAMENTE inumidisco la sfoglia attorno al ripieno… eh? Mica male…
Ora ci rimane solo da ripiegare la sfoglia sui nostri mezzi ravioli.
E qui vi voglio attente.
Con una mano reggete la sfoglia, con l’altra, fate aderire man mano la sfoglia di copertura ai mezzi ravioli. Questo serve per eliminare l’aria, altrimenti i vostri ravioli somiglieranno a dei teen-agers ad una gara di rutti. Gonfi e disdicevoli.
Fatto? Benone. Congratulatevi con i vostri primi ravioli, picchiettando con la mano. Miracolosamente vedrete comparire i segni di taglio. Prendete rapidamente il mattarello e, immaginando che sia la suocera, picchiettate e rollate il mattarello sulle pieghe di taglio.
Qui leggerete sui forum varie indicazioni. Si parla di passare il mattarello sulla forma… Seee provateci. Io ci ho provato e mi è venuto fuori un effetto tzunami con un’onda anomala di sfoglia e ripieno che tracimava vergognosamente sui lati… Datemi retta, picchiettate lungo le pieghe. Al massimo rotolate il mattarello sui bordi.
Ed ora, se non vi siete distratte troppo a correre dietro a figli, mariti, cani e gatti, siete pronte al momento in cui vi sentirete una vera cuoca e potrete a replicare ai post di Bianca, Madama e Moorea a testa alta.
Rigirate con decisione il vostro stampo e i ravioli cadranno. Non stupitevi se la forma è davvero quella del raviolo. Li avete fatti VOI.
Vabbè, ho esagerato. Probabilmente vi cadrà sul ripiano un monoraviolo con segni di taglio. Se siete fortunate potrete staccare i ravioli tipo francobollo. Se lo siete un po’ meno, dovrete ripassare con una rotella taglia-pasta. Questo vi è successo perché temevate di far male alla suocera quando picchiettavate e rollavate. Alla prossima tornata farete molto meglio. Le suocere son toste.
Ora capite perché vi ho detto di fare pasta e ripieno un po’ abbondanti. Con una mossa fluida e disinvolta fate sparire i vostri primi ravioli nella pattumiera e ricopriteli con dell’immondizia. Sarà il nostro piccolo segreto.
Ricominciate tutto. Questa volta saranno perfetti.
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Le ricette della Susa
– marmellata biologica di mandarini-
@susanna_a wrote:
🙂
Sugo “nostalgia d’estate”
che altro non sarebbe che il pesto di pomodori secchi.
E’ un po’ difficile, ma ce la puoi fare se segui passo passo la mia ricetta.
Prendi un mixer. Ci sbatti dentro (nell’ordine, occhio che se sbagli l’ordine impazzisce ah ah ah)
Pomodori secchi
Pecorino
tanto basilico
Capperi
Pinoli
Olio evo
Frulli. Cantando O sole mio.
Questo passaggio è fondamentale per dare in gusto estivo al piatto.
Se canti “O mia bela madunina” ti prende un gusto autunnale, nebbioso”
Se canti “quanto se’ bella Roma” il mixer incomincia a fare magheggi e truschini politici e si scorda di frullare. Non rischiare e resta concentrata. Sono pochi secondi. Riesco a farlo anch’io.
Ci condisci la pasta lasciando un po’ di acqua della pasta.
Va bene servita calda, tiepida, fredda…
Ottima con gli ospiti, perchè non dovete far le corse per mettervi a tavola.
@susanna_a wrote:
😆 😆
bè, sono io, 😉
tra l’altro il marito è anche un po’ diverso, non ha maglioncini salmone, non segue il calcio e non abbiamo cani scemi o secondi figli. Il resto, però…
ma tu sei Susa-marito o la Susa-che-si-spaccia-per-il-Susa-marito???
qui di uomini non ne passano a josa. anzi che io sappia non ne passano proprio MA ti posso dire che mio marito scriverebbe PARI PARI le stesse cose con un’unica variazione “la faccia tra il disgustato e il rassegnato che indossa quando io e i miei amici esultiamo facendo il balletto maori quando la Juve segna”
mi sa che anche qui passano le streghe. o forse una sola. in diversi periodi dell’anno. non solo ad “aulin” (Susa docet)
baciiiiiiiiiii a Susa, Susa-marito e Miciolas
Mia moglie frequenta questo forum da tempo. Pare trovi delle risposte. Così ho deciso di scrivere anch’io per chiedervi di aiutarmi con una questione piuttosto spinosa…
So che ci sono alcuni uomini. A loro mi rivolgo principalmente. Certo che questo sia un problema comune a molti uomini.
Ogni anno, per la precisione due volte l’anno, succedono cose strane.
Sparizioni inspiegabili.
E apparizioni altrettanto inspiegabili.
Come se ci fosse una finestra spazio-temporale e ritornassero le cose scomparse mesi prima.
Vi faccio un esempio. I miei braghetti a quadretti e le infradito floreali.
Scomparsi.
Smaterializzati.
Volatilizzati.
Al loro posto, proprio dov’erano i braghetti a quadretti, è comparso il mio maglioncino di cachemire color salmone. Lo stesso che era scomparso ad Aprile. Proprio lui. Avevo scritto il mio nome sull’etichetta, per esserne certo. E infatti è proprio lui.
Ho fatto una serie di ipotesi, aiutatemi a capire.
1) Salto spazio temporale causato dal cambio di temperatura repentino. Sono anni che ci faccio caso e le sparizioni/apparizioni hanno un nesso con il cambio di temperatura. Forse a causa del cambiamento climatico e del buco nell’ozono i miei indumenti vengono risucchiati e poi risputati mesi dopo?
2) E’ la colf filippina. Vi ricordate il film”il cacciatore”? Vi ricordate? Raffinate torture orientali per far impazzire quei poveri ragazzi. Lo vedo come mi guarda a volte. Con la faccia da calzino spaiato (la faccia nascostamente goduta che indossa quando la lavatrice mi mangia l’ennesimo calzino). Mi sento come i soldati del cacciatore. Così frustrato e confuso da fare la roulette russa con il soffione della doccia.
3) Il colpevole è il cane. Questa ipotesi cade subito perché il maglioncino di cachemire è pulito e profumato e non fetido e sbavato. E poi il cane è maschio. Noi maschi siamo creature semplici, non ci passa mai per la testa di ordire complesse macchinazioni per spaventare il prossimo. Nel dubbio lo interrogo e lui mi guarda con la faccia da passeggiata. E corre a prendere il guinzaglio. Decisamente troppo imbecille per escogitare un piano qualsiasi.
4) Sono state le streghe di halloween. Questa teoria è fresca di quest’anno. Infatti la data delle sparizioni/apparizioni è variabile, così come il giorno. A volte succede durante la settimana, a volte la notte dopo che sono andato a dormire, altre volte la domenica quando torno dallo stadio.
Però questa volta è successo a halloween e questo offre nuovo materiale alla mia teoria complottista…
MI guardo allo specchio con faccia da teoria complottista ma non compare nessuna strega stile Dario Argento alle mie spalle…
5) Sono stati i miei figli. Li ho messi in un angolo della loro cameretta e, minacciando di strappare tutte le figurine dei Pokemon, ho intimato loro di confessare. In questa famiglia sono gli unici a temermi. Devo approfittare del momento. Il grande sta già incominciando a fare la faccia da mio padre si crede un ancora ragazzino (quella che indossa quando lo accompagno al Pincio cercando di stare in equilibrio sul waveboard). Nulla di fatto. I ragazzi mi hanno confessato terrorizzati di essere loro stessi vittima del prodigio.
6) La colpevole è mia moglie, per farmi interdire. Questa donna è diabolica, come ricorderete mi nasconde ogni giorno le mutande sporche, e secondo me anche in questo mistero c’è il suo zampino. Ho notato infatti che questa cosa capita da quando vivo con lei. Prima era tutto immutabilmente sicuro. Meravigliose certezze da scapolo. La lattina di coca-cola mezza bevuta resta sulla mensola per mesi nonostante le formiche che ci passeggino sopra.
Ma non divaghiamo. Parlavo di mia moglie.
Ieri le ho chiesto se fosse al corrente del motivo per cui i miei braghetti erano spariti. Lei mi ha guardato con la faccia da goal (la faccia tra il disgustato e il rassegnato che indossa quando io e i miei amici esultiamo facendo il balletto maori quando la Roma segna) e mi ha detto “è il cambio di stagione”.
Il cambio di stagione. Mi prende per cretino. So benissimo che le stagioni cambiano! Ma il passaggio avviene il 21 settembre e noi il 31 ottobre! Chi crede di far fesso???
Gli anni passano e il mistero resta. Solo voi, pochi ma buoni uomini di MOL potrete aiutarmi a svelare l’arcano.
:aris
ottima idea!!!
quest’inverno mi metterò in cucina…
ho molte idee, crescere una pasta madre senza essere arrestata per omicidio, fare conserve varie (ad es. il marito che comincia ad invecchiare)…
fantastica Susa :love
scrivici qualche altra ricetta così e ne facciamo un e-book, che dici? 😆
susa quel bagno è claustrofobico!!!! :imp
pea, dovresti mettere questo ritratto all’inizio del post, tanto per chiarire subito il livello dei racconti…guardate il contesto della foto :gab
La Susa è una forza!!! 😀
🙁
togliamola, allora
Me la ricordavo quella delle mutande!!
Però l’ultime è triste 🙁
Così non sono più le tragicomiche..:(
È molto bella però
Mi hai fatto ridere, con vere lacrime.
Poi, con l’ultimo racconto, mi hai affondato il cuore.
Scrivi Susa, non smettere di scrivere.
:bacbac:
Susa questa è troppo triste però 🙁
l’ho tolta, questa, non era giusta per il post…
ABBANDONATA
Se n’è andato.
Così, senza una parola. Stamattina.
Ancora non me ne capacito.
Se n’è andato senza una spiegazione, senza un’avvisaglia, senza un motivo…
Sono qui, seduta sul pavimento del bagno e
mi vengono in mente le serate passate assieme,
le vacanze… le case in cui abbiamo vissuto…
22 anni sono tanti. Una vita.
Lui sapeva sempre cosa desideravo prima ancora che glielo chiedessi
Mi è sempre stato fedele, non ha mai nemmeno guardato le altre.
Quando lo cercavo c’era sempre.
Il nostro era un rapporto di odio e amore
dolore e soddisfazione
ma, grazie a lui, ho potuto andare in giro a testa alta
alle feste, al mare, in piscina…
Addio, mi mancherai.
Addio, mio caro vecchio Silk-epil…
Riflessioni di un uomo.
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IL SEGRETO DELLE MUTANDE
Come molti altri uomini, alla soglia dei 40 anni ho incominciato a pormi domande sui misteri dell’esistenza umana. Strano, alle donne sembra non interessare…
Un mistero che mi assilla da anni è quello delle mutande.
Ogni sera lascio cadere le mutande sul pavimento e il mattino dopo sono sparite. Incredibile. Spariscono nel nulla. Ogni notte, ogni notte.
Le ho provate tutte…spogliarmi sempre in un posto diverso, dal salotto alla cucina, lanciarle sotto il letto con un calcio, farle volare sulla maniglia della porta, nasconderle nell’armadio, sotto il tappeto, dietro al termosifone…Niente.
Sorridete, amici? Ero sicuro di non essere il solo.
Così mi sono preso un giorno di malattia e sono rimasto a casa. Appena ho sentito il rumore della porta che si chiudeva dietro a mia moglie e i bambini, sono balzato in piedi, deciso a ritrovare le mie adorate mutande azzurre con gli orsetti, sparite stanotte.
Ho impiegato tutta la mattina, ma alla fine le ho trovate.
Le aveva nascoste Lei, sotto una pila di vestiti in un cesto (mai visto prima) in bagno. Mi sono seduto sul bidet a fumare finchè la rabbia non mi è sbollita un pochino. Che motivo può avere mia moglie di nascondermi ogni giorno – dico ogni giorno – le mutande. Vuole farmi uscire di testa.
La cosa più strana, poi, è che ho ritrovato tutte le mutande sparite nelle scorse settimane nascoste nel cassetto della biancheria e – pensate che trucco – piegate ordinatamente per fare in modo che non le riconoscessi…
Le donne sanno essere raffinatissime nelle torture psicologiche. Quando torna mi sente. Crede di essere furbissima. Ma le mie mutande le ho ritrovate. Nonostante i suoi trucchi. Sono un genio. Ho fatto bene a stare a casa oggi. Proprio bene.
questo non è di cucina, è il primo anno di una mamma
365 giorni
Sembra impossibile che un esserino così piccolo riesca ad incidere così pesantemente sulla vita di tutti quelli con cui entra in contatto… Questo pensiero mi galleggiava tra i neuroni residui alle 4.42 di una notte silenziosa, mentre con un occhio semi-aperto e l’altro semi-chiuso tentavo di far fare il famigerato ruttino al mio bambino di due settimane. Da pochissimi giorni avevo finalmente individuato quale fosse il sopra e quale il sotto e questa scoperta aveva migliorato moltissimo l’organizzazione del nutrimento e del cambio. Mi restava da trovare l’interruttore dello spegnimento che avrebbe dovuto silenziare gli acuti che mi gettavano fuori dal letto, ancora in stato comatoso, verso la sua cameretta.
Nel giro di poche settimane riuscii ad organizzare un ciclo fatto di eterne poppate, di cambi sempre più veloci e di interminabili passeggiate soporifere (per entrambi) che mi avrebbe traghettata fuori dai fatidici 3 mesi, momento in cui, si spera, il suddetto esserino passa al ritmo sonno-veglia degli umani per consentire la sopravvivenza degli ormai spremuti genitori.
Infatti nella magica notte tra il terzo e il quarto mese, nonostante io continuassi a controllare tra lo stupefatto ed il preoccupato il respiro regolare di mio figlio, lui continuò pacifico a dormire fino all’alba. L’evento non fu così frequente come avremmo sperato, ma ci consentì di coltivare la speranza e di ricominciare ad avere un regolare flusso di pensieri durante il giorno.
Il primo anno di vita di un bambino è un’alternarsi di sfide apparentemente impossibili, che ogni mamma affronta con preparazione scientifica e ferrea determinazione, e di brevissimi momenti in cui non si fa in tempo a godersi la calma perché ci si deve documentare sulla prossima avventura.
Stare seduti, gattonare, camminare, le vaccinazioni, lo svezzamento, la prima parola… nel primo anno succede davvero di tutto…
Così verso il sesto mese si avvicinò il momento del fatidico svezzamento. Organizzai in anticipo 12 set di piattini-cucchiaio-bavaglino, vari ricettari, un kit di pazienza aggiuntiva e mi lanciai verso l’ignoto. Con cura comprai le verdurine biologiche, le feci cuocere in un costosissimo quanto inutile attrezzo per la cottura di cibi da svezzamento, mescolai, non senza fatica e grumi, una non meglio identificata farina di tapioca (ma cosa diavolo è la tapioca?) e con il miglior sorriso che madre natura mi aveva dato in dote, fronteggiai l’esserino.
Ancora oggi penso che debba aver letto dietro al mio sorriso forzato il disgusto che provavo per quella brodaglia verdastra, perché, dopo aver sputato il primo cucchiaino di cibo sul mio costosissimo frigorifero in acciaio inox, indicò senza ombra di dubbio la buona vecchia tetta in paziente attesa dentro il reggiseno.
Trovando dentro di me inimmaginabili risorse di pazienza, nell’arco di un mese anche il capitolo svezzamento era brillantemente superato.
Nel frattempo mio figlio scopriva le gioie del movimento, senza tuttavia dedicare l’impegno necessario all’apprendimento del gattonamento. Dopo un mesetto di trasporti braccio-bacino e terribili sciatiche, cedemmo all’acquisto del girello. Questo tanto criticato strumento gli fece scoprire il mito futurista della velocità. Anche gli angoli delle pareti di casa incominciarono ad adeguarsi alla vena creativa di nostro figlio, assumendo forme astratte. Alcune pareti di casa acquisirono colorazioni innovative, per non parlare di alcuni oggetti inavvertitamente lasciati alla sua altezza.
E’ facilissimo riconoscere una casa in cui bazzica un bimbo sotto l’anno. Ogni scaffale, mensola o mobile dal metro in su è stipatissimo di oggetti, mentre la zona inferiore è vuota come un frigorifero ad agosto.
Nel frattempo noi ci stavamo avvicinando all’anno, momento magico in cui una neomamma immagina di poter sostenere conversazioni filosofiche col figlio, mentre passeggiano mano nella mano nel parco. Di questa immagine idilliaca è vero solo il punto mano nella mano. Due mani, per essere precisi, sostenendo, a gambe larghe ed equilibrio precario, il futuro camminatore a cui manca sempre tanto così per lasciarsi andare. In realtà questa fase può durare a lungo, lasciando in eredità lombalgie e cervicali ai genitori per i mesi a venire.
Improvvisamente un giorno per noi esattamente uguale gli altri, decise che era ora di zampettare liberamente. Incominciò ad esplorare ogni stanza con una camminata orgogliosa e barcollante, una mano minacciosamente protesa verso i preziosi soprammobili che erano diventati di colpo alla sua portata…
Il primo anno era passato, da ora in poi sarebbe stato tutto più facile, o almeno così promettevano i manuali della mamma perfetta…ma questa è un’altra storia.
ah ah ah
ora cerco in giro cosa trovo
La susa è una forza, come racconta lei non racconta nessuno 😆
cercate, metettele tutte qui e importantizzate
è divertente e utile averle sotto mano da legegre nei momenti più “bui”
:aris
a leggerle tutte insieme ci si scompiscia troppoooooo
Bisognerebbe ripescarle tutte…khu, qui ci vuoli tu 😆
– L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE… LO Z.A.V. E’ OVUNQUE di Susanna A.
7 giugno 2012
Domenica sera mentre torniamo da un pomeriggio assuocerato ci rendiamo conto con orrore che non solo non abbiamo incominciato a fare nulla per la torta, ma non abbiamo nemmeno un tema. Miciolas incomincia ad elencare astronavi di star wars sospese a 7 metri dal terreno, con candeline laser e jedi animati…Io mi affloscio affranta sul sedile e penso con invidia a chi ordina la torta dal pasticcere…
Durante il tragitto, alla fine abbiamo deciso che il tema sarà il piccolo principe. Usciamo a cena con alcuni amici e Miciolas si fa dare un foglio e penna dal cameriere e disegna la torta che vorrebbe, con tutti i pianeti con tutti i personaggi: il vanitoso, il re, il cartografo, l’aviatore, il fiore, i baobab, i vulcani… Tornati a casa mi trascino al computer e stampicchio qualche versione semplificata di torte piccolo principe, petit prince, little prince e tutte le altre lingue che ho cercato sul web….cerco di spacciargliele…alla fine concordiamo
tre vulcani
un piccolo principe in piedi o seduto
tre baobab
il fiore
il sole
la luna
un fondo che abbia giorno e notte
Lunedì compro lo zucchero a velo. mezzo kg, sembra tantissimo. Ma dovrei sapere, testolina di carciofo, che lo zucchero a velo finisce sempre due cucchiaiate prima che tu abbia finito.
Ma questo succede dopo. Per ora ho messo a bagno la colla di pesce nell’acqua fredda. Però sono quasi le nove di sera, Nic deve andare a dormire e sto aspettando da troppo. Decido di accellerare i tempi ficcando nel micro il bicchiere con acqua, colla di pesce, burro e miele.
Esce un ectoplasma irriggidito, probabilmente aggressivo.
Getto tutto nel lavandino e mi si intoppa.
Ho anche finito la colla di pesce, quindi uso l’apgar apgar (l’alga che misura i riflessi dei bambini appena nati). Le dosi non le so e vado a occhio. Faccio la pdz. Lo sapevo. E’ molliccia. Non sfido la sorte ficcando due cucchiaiate di alga nell’impasto e decido che non è poi così molle, basta aggiungere un po’ di zucchero a velo!!!! Che non ho. Perchè l’ho finito.
Il tempo passa, Miciolas sembra un criceto con le guance piene di pdz.
Decido di modellare il piccolo principe lo stesso.
E’ bellissimo. Ma mentre facciamo il fiore, il piccolo principe si affloscia su se stesso diventando un bambino obeso.
Lo rifacciamo. Seduto. Si affloscia di nuovo. Ora piango. no, faccio ooooommmmmmmmmmmmmmmmmmmmm e mando il miciolas a letto, sono le 10.
Lo rifaccio. Sdraiato. Regge. Allora lo metto seduto!!!! Si ammoscia. Lo rimetto sdraiato e vadaviaiciap!!
Sarà ben stato sdraiato qualche volta il piccolo principe!!!!
I colori li preparo man mano, tanto per fare più casino. La cucina è un inferno, io sono sull’orlo di una crisi di nervi.
A mezzanotte ho un piccolo principe un po’ grasso, ma non troppo, tre baobab, un fiore (con stecchino nel gambo), un sole e una luna, 3 vulcani di cui uno spento.
Pulisco la cucina e mi metto davanti alla tele spenta maledicendo tutte voi 😉
Martedì mattina dipingiamo il fondale con gli acquerelli. Dipingiamo che il tappeto, per la cronaca.
Martedì dopo pranzo incomincia l’avventura con la base della torta. Deciso che la ciotola ikea sarà la mia teglia, procedo con un ciambellone di Bianca a cui sostituisco metà della farina con la fecola e almeno altre 14 varianti dettate dalla mia irrefrenabile vena creativa.
Mentre la torta cuoce, pulisco la casa perchè abbiamo una visita per la vendita.
La torta pare cotta. La estrofletto dal forno, bruciandomi e dimenticando la prova stecchino. Dopo la visita recupero la torta che nel frattempo si è ammosciata inesorabilmente. Provo a sollevare i lembi di cartaforno e scopro che dentro è totalmente cruda.
Riscaldo il forno, finisco la cottura, ma la torta è bassina. Una volta raffreddata la rovescio per verificare l’altezza ma… si apre a fiore!!!
Il gusto è buono, ma va bene da pucciare nel latte, mica come base per la torta….sigh sigh.
Nel frattempo faccio le 25745745 cose del giorno, tra lavoro, casa, casini della suocera, badanti, organizzazione festa nic, spesa, bollette, balletti e belletti….
Alle 4 rifaccio la torta. Seguo la ricetta passo a passo, aggiungo solo il cacao, che sarà mai. La torta è bellissima.
Menomale, avevo finito le uova di un allevamento intero. Non tocco nulla, non ci passo nemmeno vicino finchè non è fredda.
Faccio la crema alla nutella. Tipo la ferrero rocher ma senza wafer. Monto la panna, aggiungo la nutella e poi le noccioline. Mica spengo la KA, però. Così schizzano fino in salotto. Il gatto diabetico lecca la pasta di zucchero avanzata. Io strillo di smetterla che mi va in coma glicemico!!!!
Nel pomeriggio c’è la festa di fine anno a scuola, poi vado a fare un servizio fotografico ad uno spettacolo di danza. Alle 8.30 sono a casa. Ceniamo in fretta che dobbiamo comporre l’opera.
Nel pomeriggio ho comprato mezzo kg di zucchero a velo (sono recidiva), la colla di pesce e tutto il resto.
Leggo la ricetta di Pea e la faccio precisa precisa come se fossi Lux. Viene giusta. E’ vero, se si seguono le ricette le cose vengono!!!!! Incredibile, chi l’avrebbe mai detto?
Metto lo zav sul piano di legno e stendo col mattarello.
Ah comesonobrava, bravissima, mi dovrebbero riprendere. Ora avvolgo la sfoglia di pdz sul mattarello….. Noooooooooo!!!!!! Si è incollata tuttaaaaaaaaaaa. Vabbè, siamo filosofici, rifacciamola.
Ah comesonobrava, bravissima, mi dovrebbero riprendere. Ora avvolgo la sfoglia di pdz sul mattarello….. Noooooooooo!!!!!! Si è incollata tuttaaaaaaaaaaa. Vabbè, siamo filosofici, rifacciamola di nuovo.
Ah comesonobrava, bravissima, mi dovrebbero riprendere. Ora avvolgo la sfoglia di pdz sul mattarello….. Noooooooooo!!!!!! Si è incollata tuttaaaaaaaaaaa. Vabbè, ora cominciamo ad essere meno filosofici, rifacciamola, ma poi mi incavolo.
Ah comesonobrava, bravissima, mi dovrebbero riprendere. Ora avvolgo la sfoglia di pdz sul mattarello….. Noooooooooo!!!!!! Si è incollata tuttaaaaaaaaaaa. Ora sono nera. Respira. Respira. Pensa al mare, alle onde.
E’ finito lo zav.
Lo sapevo. Ma sei scema, che ti costa comprare una confezione in più di zav. Lo sai che finisce sempre quando non deve. Lo sai!
Ma io frullo lo zucchero semolato. Fregata, tiè.
Ah comesonobrava, bravissima, mi dovrebbero riprendere. Ora avvolgo la sfoglia di pdz sul mattarello….. Noooooooooo!!!!!! Si è incollata tuttaaaaaaaaaaa DI NUOVO. Adesso basta, butto tutto e compro la torta.
Io non sono come voi, io faccio casini. Molti, tantissimi, e di più quando sono stanca come ora!!!!
Ora è finito tutto, zav, zucchero semolato. Resta lo zucchero di canna, ma poi mi diventa tutto color cacchetta di cammello.
Sono allo stremo. Apro la dispensa e prendo una roba che somiglia. La fecola. E’ bianca, impalpabile e perfetta!!!!
E nel dubbio metto la carta forno sotto. Sembro scema, ma quando i miei due neuroni si mettono assieme un’idea la generano!
Ah, che soddisfa… Giro la carta forno sulla torna che abbiamo farcito nel frattempo e… perfetta!!! O quasi. Le noccioline fanno dei bozzetti. Giuro sulla testa del gatto diabetico che che le ho messe apposta.
Faccio fondere un po’ di pdz nel micro e ci incollo tutti gli oggettini fatti ieri. I vulcani si spezzano un po’, ma, come dico sempre io “la perfezione non è di questo mondo!”.
Inutile dire che mi ustiono con la pdz bollente di micro, scuoto le dita per staccarla e lei parte con una parabola perfetta, andando a spiaccicarsi sulla finestra appena pulita. Il gatto ricomincia a leccare e gli tiro tietro la pasta di zucchero avanzata che si incolla sul resto della vetrata. Poi scende al rallentatore. Colando per un metro di sbava ZAVvica impulibile. Chi comprerà la casa si chiederà per i prossimi millenni che diavolo è questa macchia indelebile sul vetro.
CMQ. Miciolas è felicissimo e io lo sarei altrettanto se non avessi tutta la cucina da pulire!!!!!
:aris
– IL GLUTAMMATO ALLA PORTA di Susanna A.
1 dicembre 2009
L’ho fatto nella pentola a pressione, dopo aver consultato 287634175401
post e fatto una media ponderata di tutti i consigli.
Come % di sale ho messo 15% del peso delle verdure da crude. Secondo me troppo. C’erano ricette che arrivavano al 40% 😯
Però ancora non l’ho provato per fare il brodo.
Ho fatto la versione umidiccia. Quella al forno prevedeva l’essicazione a fuoco moderato di quella umidiccia. Ma dicevano che ti puzzava tutta la casa di minestrone per un mese…
Ora vi dico. Ho le foto per il passo a passo, pubblico più tardi
DADO VEGETALE
Verdure freschissime, possibilmente bio
1 bel porro grande
5/6 carote
3 coste di sedano
2/3 pugni di dadini di zucca
2 pomodori (tagliati e strizzati)
1 zucchina
Le percentuali e il tipo di verdura vanno a gusto personale.
odori: no prezzemolo (cotto può essere tossico). Un paio di foglie di alloro, due rametti di rosmarino, salvia, timo… io ho messo un cucchiaio di erbe di provenza.
Sale: Pesate le verdure già pulite e calcolate il 10% del peso in sale fino.
Mettete il tutto in pentola a pressione, mescolando bene il sale con le verdure. Le avete taglietti sulle dita usate un cucchiaio. C’è chi ha ululato per ore.
Aggiungete un giro d’olio sopra (prima di chiudere la pentola, mi raccomando).
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Chiudete e calcolate 40 minuti dal fischio. Se il marito sta fischiettando in bagno non conta. Dovete aspettare quello della pentola.
Nel frattempo sterilizzate i vasetti e preparate le vaschette dei cubetti di ghiaccio. Se non avete i vasetti uscite sotto la pioggia a comprarli. Tirate dritto quando passate nella corsia dei dadi.
Aprite la pentola a pressione senza farla esplodere. Se invece l’avete già fatto prima di leggere questa avvertenza, pulite le verdure dal soffitto prima di procedere.
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Non è incoraggiante, lo so, ma non demordete!
Una volta cotte frullate le verdure (i puristi dicono di passarle nel passaverdure, ma non mi avranno mai). Se il liquame è troppo liquamoso, ripassate sul gas per farlo addensare. Cercate di non andare a vedere il dott. House, altrimenti dovrete scrostare la pentola fino a Pasqua e dovrete ricominciare al punto 1.
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Distribuite nei vasetti bollenti, scottatevi le dita, maledicete la vostra mania salutista e sognate un pacchetto di dadi gonfi di glutammato.
Capovolgete i barattoli e domandatevi se hanno fatto il sottovuoto o se avrete coltivato dell’ottimo botulino da regalare alla zia rifattona per Natale.
Distribuite il composto anche nelle vaschette del ghiaccio per avere dadi monodose congelati.
Io che sono una volpe ho usato i sacchetti per fare le palline di ghiaccio. Il composto bollente e denso non entrava, mi sono bruciata fino ai gomiti e ho sporcato anche il ripiano alto della cucina (si, quello a cui ho fatto la povere nel 1985).
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Si conserva in frigo per un mesetto, in freezer per 4 mesi (e non diventa un blocco di ghiaccio, credete… io ho continuato a pensare che mi si fosse rotto il freezer, visto che i cubetti erano sempre mollicci ah ah ah).
I barattoli chiusi pare durino 6 mesi, io non ci sono ancora arrivata…