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Da dove viene la tua farina?
Ho letto con molto interesse il dossier pubblicato dalla rivista Terra Nuova, il mensile per l’ecologia della mente e della decrescita felice.
Ero interessata a saperne di più sulle farine in quanto già da tempo avevo approfondito il tema relativo alle farine 00 e il conseguente impoverimento del prodotto, impoverimento tale da poter risultare dannoso per la salute. E’ un alimento talmente povero e privo di sostanze vitali che si presta alla lunga conservazione perché non attira predadori che sono assolutamente disinteressati a sostanze poco idonee alla loro sopravvivenza.
Inoltre la farina così impoverita si presta meglio al trasporto attraverso i continenti. Quanto costa alla nostra salute e al pianeta 1 kg di farina bianca?
E, leggendo questo interessantissimo dossier, ho scoperto che le aziende che producono farina 00, sotto la spinta della richiesta del mercato, aggiungono gli strati esterni della crusca nella farina bianchissima sotto forma di scaglie grossolane. Questo non aggiunge assolutamente ricchezza alla farina, non è un buon affare, non acquistatela.
Importante sarebbe cercare di accorciare la filiera rivolgendosi ai mulini di zona, se ce ne sono, portando direttamente i propri semi a macinare, meglio se biologici. Così da avere sempre, pronta al consumo nel giro di poco tempo, una farina viva. Se non avete un mulino vicino potete macinare in casa la vostra farina e panificare utilizzando la pasta madre per offrire alla vostra famiglia un prodotto sano, fresco con i massimi livelli nutritivi.
Questo è un brevissimo riassunto di quanto potrete trovare su questa rivista in tema farine e seguirà, nel numero di febbraio, un approfondimento ulteriore.
Ve la consiglio!