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Avventure culinarie giapponesi (parte 2)
Un’altra cosa che un appassionato di cucina non può perdersi è il Nishiki market, il mercato coperto di Kyoto. Non ci sono solo banchi di alimentari (mia figlia ci ha comprato la maggior parte delle cose che si è portata in Italia: vestiti, CD di musica, album di manga…) ma gli alimentari sono sicuramente la cosa più caratteristica, quella che lo rende una classica meta per turisti.
Assomiglia un po’ a un suq mediorientale ma gli articoli in vendita sono molto più esotici, simili a quelli che si trovano nei mercati cinesi. La parte del leone la fanno il pesce, sia fresco che conservato in vario modo, le verdure sottaceto o in salamoia (una costante dell’alimentazione giapponese: dalla colazione più rustica alla cena più raffinata, in tavola non mancano mai) e i tipici dolcetti, bellissimi a vedersi ma in linea di massima abbastanza insapori per il nostro palato occidentale.
Paesaggio con giovane esploratrice italiana:
Sottaceti pronti per l’assaggio:
Allegri vegetali…
e un tipo un po’ inquietante tra le salamoie!
Volete un chupa chups? Potete scegliere tra i totanetti
o i polipetti con un uovo di quaglia dentro la testa (tako è il polpo, tamago è l’uovo)
Una signorina sorridente tra i pescetti secchi…
e una delle cose più splatter che ho visto: granchi vivi già impanati, pronti per essere buttati in padella così come sono
Mai inquietanti come QUESTO granchio, in ogni caso!
(che nella foto non si vede, ma si muoveva pure)
Banco di spiedini già pronti
Ebbene sì, le giapponesi in kimono esistono
Preparazione del mochi, impasto di riso glutinoso col quale si fanno molti dolci: questo nerboruto giovanotto prendeva l’impasto a mazzate emettendo grida da samurai, mentre l’aiutante cicciotto lo mescolava nel mortaio. Mi auguro che riescano sempre a coordinarsi, o le mani dell’aiutante le vedo male…
La preparazione del mochi è una tipica cerimonia del capodanno giapponese: una volta preparata, la pasta viene modellata in forma di tortine rotonde che vengono farcite con ripieni vari. Il più diffuso è la marmellata di fagioli rossi, la stessa con cui vengono farciti i Dorayaki (ormai conosciuti anche da noi) e che è molto buona, simile come gusto alla marmellata di castagne.
Un altro classico della pasticceria giappa sono gli yokan, gelatine fatte con l’agar che spesso diventano delle vere e proprie opere d’arte:
Alla prossima!
p.s. se l’hai persa, vai alla prima parte delle avventure culinarie giapponesi da qui, oppure prosegui verso la terza parte.