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E il Kugelhopf? Ricetta passo passo e BUON NATALE!

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E il Kugelhopf? Ricetta passo passo e BUON NATALE!

Basta, con tutti questi panettoni e pandori mi avete messo la voglia.

E siccome mi avete anche fatto venire in mente che ogni tanto lo stampo da kugelhopf bisogna che lo usi, mi cimenterò.

In definitiva è un fratellino del panettone, a Natale ci può stare bene.

Per chi non lo conoscesse questo è lo stampo che si usa per farlo, autentico Alsaziano 😀

Il mio in realtà è più caratteristico perché ha anche il coperchio, ma ho la batteria della digitale scarica e non lo posso fotografare adesso! Quando si è caricata ve lo posto…

(Naturalmente spero di riuscire in futuro a postare anche il contenuto 😉 )

  1. Ed ecco il primo dei due (quello fatto nello stampo alsaziano) pronto per essere servito! E’ senza uvetta, come chiesto da Nina, perchè tanto contavo di mangiarlo a casa per vedere com’era venuto.
    Il secondo invece l’ho fatto con l’uvetta, e visto il risultato lo porterò stasera da mia suocera per la cena della vigilia 😀

    Questo è sempre lui, neanche cinque minuti dopo essere stato messo in tavola :mrgreen:

    BUON NATALE A TUTTE LE MIE AMICHE CUOCHINE! :love :love :love

  2. Eccomi!
    Esperimento riuscito, sono veramente contenta 😀

    Proseguo nel resoconto: questi sono i kugelhopf al termine della lievitazione nello stampo (4 ore)

    Cottura in forno statico a 200°, primi 10 minuti scoperti e quindi altri 25 coperti di carta alluminio. Per la verità lo stampo alsaziano avrebbe il suo coperchio, ma temevo che l’impasto ci si attaccasse e infatti ho fatto bene a non usarlo perchè sono lievitati ancora un bel po’ in cottura:

    Una volta cotti li ho tolti subito dagli stampi e li ho spennellati, ancora caldi, con lo sciroppo consigliato nella ricetta:
    -70 gr acqua
    -40 gr zucchero semolato
    -25 gr sciroppo di glucosio (io non l’avevo e ho messo altro zucchero)
    -essenza di vaniglia
    -acqua di fior d’arancio
    il tutto fatto sobbollire per due-tre minuti e lasciato raffreddare prima di usarlo.

  3. Una volta terminata la maturazione in frigo, l’impasto va steso in forma di striscia col mattarello (io l’ho diviso in due, perchè i miei stampi sono piuttosto piccoli) e poi gli va dato un giro, come si fa con la pasta danese: si ripiega in tre, si ruota di 90° e si tira di nuovo a forma di rettangolo. Si cosparge la superficie con l’uvetta scolata dal kirsch, si arrotola a forma di salamotto e lo si piazza nello stampo, previamente imburrato e cosparso di mandorle a scaglie.
    Quindi si fa lievitare finchè lo stampo non è pieno.

    Al momento presente la situazione è questa:

  4. Questo è il mio stampo, ritratto insieme al secondo lievito:

    L’impasto prima della lievitazione:

    Sta crescendo…

    Wow!

  5. La lavorazione sta procedendo! Al momento l’impasto è in frigo a maturare. Poi torno a casa e posto gli aggiornamenti 😉

    Intanto, ecco la seconda fase della ricetta:

    Una volta pronto il secondo lievito, si aggiungono:

    -I restanti 260 gr di farina (io uso la Farina Favola della Lo Conte)
    -quattro tuorli d’uovo
    -un uovo intero
    -20 gr di latte
    -un pizzico di sale
    -tre cucchiai di kirsch
    -60 gr di zucchero semolato

    A questo punto l’impasto è decisamente appiccicoso. Si lavora il tutto, nell’impastatrice o a mano, finchè non diventa compatto: la ricetta dice per circa 5 minuti, io ce ne ho messi 10 (impastando a mano).

    A questo punto si aggiunge il burro, ammorbidito a temperatura ambiente: la ricetta dice 180 grammi, a me sono sembrati francamente troppi (io uso il burro tedesco, che è molto grasso) e ne ho messi 120.
    Quindi si lavora l’impasto, a mano o nell’impastatrice, per almeno 20 minuti o comunque finchè è pronto. Si fa la palla, si mette nella zuppiera coperto di pellicola e si fa lievitare almeno 3 ore, finchè non è triplicato di volume (il mio ha lievitato 5 ore, perchè ero fuori casa per cena).

    Si sgonfia il più possibile, si rifà la palla e si mette a maturare in frigo per almeno 8 ore.

    Nel frattempo si fa macerare un etto di uvetta nel kirsch: io però forse non ce la metterò, perchè a mia figlia non piace e non lo mangerebbe.

  6. E’ una specie di brioscione molto burroso ma leggero: l’impasto, direi, è una via di mezzo tra quello del pandoro e quello del panettone. C’è dentro un po’ di uvetta, ma non tanta, e spesso è rivestito di scaglie di mandorle. Nella ricetta che ho usato io viene anche spennellato di sciroppo alla vaniglia, ma quelli che ho mangiato io erano solo ricoperti di zucchero a velo.
    Fatto così è tipicamente alsaziano, ma la cosa curiosa è che in Austria c’è un dolce praticamente con lo stesso nome (Gugelhupf) e con la stessa forma che però è fatto con un impasto completamente diverso: in pratica è una ciambella con tante mandorle macinate nell’impasto.

    QUESTO è ciò che dovrebbe venire fuori:

  7. Visto che le volte che l’ho fatto non sono mai stata tanto soddisfatta del risultato, provo una nuova ricetta: quella che sta su gennarino.org. vediamo come butta…
    http://plaisirgourmand.perso.cegetel.net/photo_123.html

    FASE 1

    Per prima cosa si prepara il secondo lievito: la ricetta dice
    140 gr farina
    15 gr lievito fresco
    80 gr latte tiepido.

    E già io ho peccato 😆
    Non tanto perchè ho usato il lievito granulare (tanto va benissimo anche lui, lo so) ma perchè ho praticamente raddoppiato la quantità di latte, sennò non riuscivo neanche ad amalgamarlo. Come diavolo fanno a fare un secondo lievito con così poco liquido? Boh.
    Seconda variante: invece che con la pellicola l’ho ricoperto con uno strato di farina, come faccio di solito. E’ un sistema particolarmente efficace, non vedo perchè dovrei cambiarlo. La farina l’ho sottratta dalla quantità totale, che sono (oltre ai 140 del secondo lievito) altri 260 grammi.

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