La CECINA!!!!!

17 comments
La CECINA!!!!!

orse la maggior parte di voi la conosceranno come farinata genovese, ma io son lucchese e da noi si chiama cecina :sab

Ingredienti per una teglia rotonda
in alluminio da 8 porzioni:
140g. di farina di ceci
390ml di acqua d’acqua
50g. di olio d’oliva
sale qb

SETACCIAMO LA FARINA NELL’ACQUA (ATTENZIONE: il setaccio passaggio indispensabile) stemperando benissimamente bene senza lasciare nemmeno un grumetto. Aggiungiamo l’olio, regoliamo di sale e facciamo riposare per almeno un paio di ore.
cecina

Ungiamo con un pennello una teglia rotonda di alluminio e ci versiamo il composto dopo averlo rimescolato qualche secondo con una frusta.
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Lo mettiamo poi nel forno caldissimo, alla massima temperatura fino a doratura. L’ideale sarebbe il forno a legna, ma io non ce l’ho, ripiego con il pe dove devo dire che viene buona assai. Anche nel forno tradizionale, ma non andando oltre i 250° ci mette una vita a cuocere

Buon appetito
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  1. Madamadorè says:

    E ti credo che ti veniva salata 😆

  2. danyp75 says:

    @Madamadorè wrote:

    Prima di rispondere sono andata a pesare il pizzico che ci metto. Praticamente 1 g.

    1 grammo???? io ne mettevo almeno 5…. 😆 era quasi immangianbile 😆

  3. Madamadorè says:

    Prima di rispondere sono andata a pesare il pizzico che ci metto. Praticamente 1 g.

  4. danyp75 says:

    beneee, allora riprovo, ma l’ultima cosa, il sale….
    a me viene salatissima quasi immangiabile :***:

  5. Madamadorè says:

    Allora ho pesato per bene gli ingredienti ed ho messo i pesi esatti.

  6. l’altra volta mi si era attaccata alla placca e troppo salata, quindi oggi ho cambiato placca, messo strato di carta da forno e meno sale un ora ok tenchiùùùùù.
    BUON ANNO DOLCEZZA MIAAAAAAAAAA A TE AL MARITOZZO E ALLE TUE BELLE PRINCIPESSE :abbr: :bacbac: :love

  7. Madamadorè says:

    Nel forno tradizionale metti al massimo della temperatura e un’oretta ci vuole tutta.
    Ma la scorsa volta non ti era venuta?
    Buon anno dany :bacbac:

  8. danyp75 says:

    madamina,
    ci sto riprovando per questa sera, ma non ho ben capito una cosa a forno elettrico e ventilato a 220° x quanto tempo devo farla cucinare????

  9. @Madamadorè wrote:

    Ma certo che si, anche senza citazione. Ma c’hai un blog? 😀

    si ma abbandonato, però ho una pagina su fb 😀
    La cucina di dany 😀

  10. Madamadorè says:

    Ma certo che si, anche senza citazione. Ma c’hai un blog? 😀

  11. danyp75 says:

    sappiate che qui stasera si cecinerà 😀
    Madama cara potrei eventualmente postare la foto della mia cecina con la tua ricetta, naturalemte citandoti sulla cucina di dany?
    Se no, non ci son problemi :abbr:

  12. Madamadorè says:

    Bello questo riferimento storico. La storia della nostra Italia attraverso la cucina 😀

  13. biscotto says:

    @Madamadorè wrote:

    Ma sai che ero convinta fosse la stessa cosa?

    che poi,noi in liguria facciamo la panissa che in sicilia,chiamano panelle,ma anche in questo caso,le dosi sono differenti

    noi nel ponente,o meglio,nel savonese,facciamo anche la farinata di grano,è una prelibatezza,ma sono pochi davvero a saperla fare 😀

    Ha radici assai antiche: diverse ricette latine e greche riportano sformati di purea di legumi, cotti in forno. Nel Medioevo in piatto si diffonde a partire dalla zona di Genova.
    Una leggenda racconta che sia nato per casualità nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia di Meloria. Le galere genovesi, cariche di vogatori progionieri si trovarono coinvolte in una tempesta. Nel trambusto alcuni barilotti d’olio e sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di acqua salata. Poiché le provviste erano quelle che erano e non c’era molto da scegliere, si recuperò il possibile e ai marinai vennero date scodelle di una purè informe di ceci e olio. Nel tentativo di rendere meno peggio la cosa, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella. Rientrati a terra i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno. Il risultato piacque e per scherno agli sconfitti, venne chiamato l’oro di Pisa.

    Diffusione e varianti
    É un piatto tipico di alcune zone del mediterraneo, specialmente della cucina ligure.
    Questo è dovuto alla sua caratteristica di cibo povero, usato come alternativa al pane, in grado di dare sostentamento grazie alle vitamine, B e C e al fosforo contenuti nei ceci e nella farina che da questi si ricava e che ne costituisce l’ingrediente primario. Usualmente vengono utilizzati per la preparazione un forno a legna e speciali padelle o teglie preferibilmente in rame nelle quali viene fritta ad elevata temperatura.

    Vi sono diversi luoghi in cui viene prodotta la farinata di ceci in diverse varianti. A seconda di tale accezione locale, la ricetta varia leggermente:

    Sparsamente diffusa in generale lungo tutte le coste tra la Maremma e la Costa Azzurra.
    Costa Azzurra, chiamata Socca (in lingua Francese)
    Liguria, in lingua genovese a fainâ de çeixai
    Toscana in cui viene prodotta una apprezzata variante denominata cecìna.
    Nel Livornese, in cui viene detta torta di ceci
    Sardegna, portata dai genovesi, prende il nome di fainè ed è diffusa principalmente nel sassarese.
    Sicilia, in particolare nel Palermitano, in cui assume il nome di panelle, che però vengono fritte nell’olio.
    Ferrara, introdotta alcuni decenni fa è oggi uno dei piatti più popolari della ristorazione al taglio.
    Gibilterra: a Gibilterra la farinata col nome di “calentita” fu introdotta dalla folta colonia genovese che popolò il territorio a partire dai primi decenni del XVIII secolo. Tuttora diffusissima, è considerata un piatto tipico della località
    Marocco: nel Nord del Marocco, esiste una variante chiamata “caliente” o “calentita”. A dire il vero, la denominazione è varia e cambia a seconda della zona. Per la strada si possono trovare venditori di caliente: prezzo a Chefchaouen [novembre 2006] 4 dirham la porzione. Gli ingredienti di base sono: farina di ceci, acqua, olio, sale e uova.
    Per quanto la sua origine sia quella di un piatto povero e popolare, oggi è apprezzata dai buongustai e dagli intenditori.

  14. Madamadorè says:

    Ma sai che ero convinta fosse la stessa cosa?

  15. biscotto says:

    la nostra ligure è 1l di acqua e 300g di farina di ceci e 1/2 bicchiere d’olio evo,deve risultare finissima,è diversa dalla cecina 🙂

  16. Madamadorè says:

    Prova e dimmi. Non sai quante ricette ho provato io senza successo. Poi una volta in una pizzeria al taglio rinomata proprio per la sua cecina, facendo due chiacchiere la titolare mi disse che ci voleva il doppio di acqua rispetto alla quantità di farina e abbondante olio. E c’aveva ragione, c’aveva.

  17. la feci una volta non ricordo che ricetta seguii, faceva proprio…………. bleaaaaah :?, dovrei avere della farina di ceci ancora, ci riprovo con la tua ricetta, ci pensavo proprio l’altro giorno grazie :bacbac:

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